Sanità, otto su dieci chiedono esami più rapidi

I bresciani sono soddisfatti della sanità della Leonessa. Ma vorrebbero tempi di prenotazione minori, oltre a più servizi per pazienti e parenti. E’ quanto emerge dall’indagine che Banca Santa Giulia ha commissionato a Cessme, centro studi sulla Smart economy con sedi a Roma e Torino, le cui attività scientifiche sono presiedute da Piera Levi Montalcini. L’indagine era finalizzata a conoscere la percezione e il livello di soddisfazione dei cittadini bresciani rispetto ai servizi sanitari e assistenziali ricevuti, ma anche a conoscere quali sono le aspettative degli abitanti della Leonessa.

Dallo studio – i risultati rovatesi confermano la media provinciale su quasi tutti i fronti – emerge un alto livello di soddisfazione dei bresciani sulle strutture ospedaliere bresciane: mediamente sette su dieci sono discretamente o molto contenti, con livelli di gradimento maggiori nel pubblico (il 23 per cento dichiara livelli ottimi) che nelle strutture convenzionate (il 15 per cento). Mentre solo un cittadino su 20 si dice fortemente insoddisfatto. Nonostante questo è diffusa tra i bresciani (68 per cento) la convinzione di un calo dei servizi e del livello della salute pubblica a causa della crisi economica. E forse è anche per questo che quasi tre bresciani su dieci (28 per cento) indicano che stanno seriamente valutando l’ipotesi di stipulare un’assicurazione sanitaria privata.

Tra le priorità, invece, si evidenzia soprattutto quella di ridurre i tempi di prenotazione (76,3 per cento) di visite e prestazioni sanitarie, seguita da maggiori servizi per pazienti e parenti e da strumentazioni tecnologiche più avanzate (entrambe attorno al 26 per cento). Ma condivisa è anche la necessità di destinare maggiori risorse agli anziani (il 47 per cento del campione li “preferisce” ad adulti e bambini) e di utilizzare maggiormente le nuove tecnologie per migliorare l’efficienza del servizio (71 per cento). Alla banca, invece, gli intervistati chiedono soprattutto di investire sulla ricerca universitaria (50 per cento) più che in Onlus (26,3) e singoli casi di bisogno (18,7).

“La ricerca di nuovi percorsi per promuovere un welfare sostenibile in un momento di crisi economica”, sottolinea la vicepresidente di Banca Santa Giulia Daniela Grandi, “è questione di scottante attualità. Il nostro istituto è molto attento a questo tema e non a caso abbiamo deciso di sponsorizzare anche il convegno che si è tenuto in città il 17 giugno sul tema Ricerca, economia e finanza con il Nobel in carica Angus Deaton. Il mondo economico bresciano – seguendo il modello di quanto sta accadendo negli States – può fare molto per sostenere progetti di ricerca in campo medico”.

L’indagine ha riguardato un campione di 761 cittadini bresciani (52% donne, 48% uomini) di età compresa fra i 27 e i 71 anni residenti residenti soprattutto in città e Hinterland (63%).

 

Rovato.it

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